Tematica Mammiferi

Hystrix cristata Linnaeus, 1758

Hystrix cristata Linnaeus, 1758

foto 137
Foto: Liné1.

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Classe: Mammalia Linnaeus, 1758

Ordine: Rodentia Bowdich, 1821

Famiglia: Hystricidae Fischer de Waldheim, 1817

Genere: Hystrix Linnaeus, 1758


itItaliano: Istrice

enEnglish: Crested Porcupine, African Porcupine

frFrançais: Porc-épic à crête

deDeutsch: Gewöhnliche Stachelschwein, Westafrikanische Stachelschwein

spEspañol: Puercoespín crestado, Puercoespín europeo, Puercoespín africano, Puercoespín norte-africano

Descrizione

Il pelo è setoloso e nerastro sul corpo, mentre la testa è di colore marroncino e sulla gola è presente una banda bianca a forma di mezzaluna. La testa è grande e dal muso arrotondato, con piccoli occhi neri ed altrettanto piccole orecchie e lunghe vibrisse. Ciò che maggiormente caratterizza l'animale è la presenza sul dorso di una quantità di aculei, che altro non sono che peli modificati: essi sono lunghi una ventina di centimetri ciascuno sul dorso e fino a 35 cm sui fianchi, striati alternativamente di bianco e di nero, e grazie a muscoli piloerettori e pellicciai sono erettili. Sulla coda l'animale ha inoltre altri peli cavi a forma di calice, che utilizza a mò di sonaglio per avvertire gli eventuali aggressori. Su testa e nuca, invece, l'animale non possiede aculei ma solo peli setolosi bianchi posti a mò di cresta erettile. Si tratta di animali dalle abitudini principalmente notturne ed assai schivi, tanto che durante le notti di luna piena evitano con cura gli spiazzi aperti, dove potrebbero essere avvistati con facilità: durante il giorno riposano in spaccature delle rocce od in tane che scavano nel terreno grazie ai robusti unghioni delle zampe anteriori, oppure che ottengono occupando rifugi di altri animali, soprattutto di oritteropo. Durante l'inverno, se il clima è rigido, l'animale non esce dalla propria tana, tuttavia la specie non è solita andare in letargo. Quando l'animale è spaventato od eccitato, drizza contemporaneamente gli aculei ed i peli della nuca, dando l'impressione di essere assai più grande e robusto di quanto in realtà non sia: essendo gli aculei attaccati piuttosto blandamente alla radice, un eventuale aggressore che li sfiorasse si ritroverebbe irrimediabilmente ridotto ad un puntaspilli. Se tuttavia l'aggressore insiste nei suoi propositi, l'istrice comincia a pestare rumorosamente i piedi sul terreno ed ad agitare la coda munita di aculei a sonaglio, infine se messo alle strette carica l'aggressore, con esiti spesso letali. L'aculeo ha infatti una struttura lievemente seghettata, che ne rende difficile e dolorosa l'estrazione, anzi per gli animali sprovvisti di pollice opponibile essa è addirittura impossibile, tanto che spesso sono costretti a spezzare gli aculei conficcati nella pelle, col possibile rischio di infezioni. In Italia meridionale, a causa di tale facilità dell'animale nel perdere gli aculei, oltre al fatto che spesso questi cadono per essere rimpiazzati dai nuovi, è assai diffusa la credenza (peraltro errata) che l'istrice, qualora minacciato, sia in grado di lanciare i propri aculei a distanza. Si tratta di animali essenzialmente erbivori: si nutrono prevalentemente di tuberi e bulbi, che ottengono scavando nel terreno con le robuste zampe a colonna, ma non disdegnano di rosicchiare anche cortecce morbide, frutti caduti al suolo e, anche se assai sporadicamente, insetti. La stagione riproduttiva è limitata al periodo caldo, anche se esemplari in cattività possono riprodursi durante tutto l'arco dell'anno, mantenendo condizioni climatiche omogenee. Il ciclo estrale della femmina dura circa 35 giorni e la gestazione quattro mesi, al termine dei quali viene dato alla luce un unico cucciolo.

Diffusione

Con numerose sottospecie (delle quali solo Hystrix cristata cristata, Hystrix cristata cuvieri ed Hystrix cristata occidanea sono ritenute valide) la specie è diffusa in Africa centro-settentrionale (a nord di Repubblica Democratica del Congo e Tanzania) ed in Italia, dove la specie (che alcuni ritengono introdotta in età romana, anche se attualmente appare più plausibile l'ipotesi di una popolazione autoctona, visto che sono stati ritrovati reperti fossili risalenti al Pleistocene[2]) vive dalle propaggini meridionali di Lombardia e Veneto verso sud, isola d'Elba e Sicilia comprese: manca nella penisola salentina e sembra più diffusa sul versante tirrenico del Paese. Pare che negli ultimi anni il suo areale si sia esteso, oltre che verso nord, anche verso nord-ovest, come emergerebbe dai presunti avvistamenti fatti in provincia di Savona e di Genova (nel comune di Carasco)[3]: l'attendibilità di tali avvistamenti, tuttavia, è ancora lungi dall'essere verificata, così come paiono poco credibili le segnalazioni fatte nell'area balcanica. Più fondata invece sembrerebbe la proposta di classificare la popolazione siciliana di questi animali, attualmente ascritta alla sottospecie nominale, come sottospecie a sé stante. La specie si adatta a colonizzare una varietà di habitat, dalla macchia mediterranea alle aree semidesertiche a quelle forestali: in Italia predilige le aree scarsamente o per nulla antropizzate con presenza di abbondante vegetazione.


00713
Stato: Mauritania
00834
Stato: Ghana

01089
Stato: Guinea-Bissau
01164
Stato: Guinea-Bissau

01165
Stato: Guinea-Bissau
03193 Data: 15/03/1972
Emissione: Anno della salvaguardia della natura
Stato: Zambia